Dar voce alle pietre in una città di cemento

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© Mili Romano l Alcune immagini della prima fase del progetto “Cuore di pietra”.

Si è conclusa ieri sera a Pianoro la prima performance di “Cuore di pietra”, progetto di site-specific in tre appuntamenti promosso dalla galleria d’arte NeonCampobase di Bologna in collaborazione con l’Associazione Culturale Bo-Art e Mili Romano, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nonché artista e esperta di Arte Pubblica. L’idea originaria della proposta nasce assistendo alla demolizione nel 2004 della prima delle palazzine IACP di via Matteotti che, nel dopoguerra, furono fra i primi edifici costruiti a Pianoro Nuovo, località ai piedi dell’Appennino bolognese. Questo evento ha stimolato negli ideatori dell’iniziativa la volontà di documentare quelle mutazioni/mutilazioni delle città contemporanee che incidono in modo profondo non solo sulla struttura morfologica di un territorio ma anche nello “ambito comportamentale” di chi lo vive. Il progetto è partito lo scorso 3 marzo con l’affissione di 50 manifesti “Cuore di Pietra” lungo le strade di Pianoro Vecchio, Pian di Macina e  Rastignano insieme alla distribuzione di altre copie agli abitanti delle case circostanti con l’invito ad esporle fuori dalle finestre

La performance di ieri è stata caratterizzata dalla suggestiva proiezione (sulla facciata di una delle due palazzine che nei prossimi giorni verrà demolita) di un video riproducente alcuni momenti di vita dell’intero paese: gli interni di quelle case e le voci (accompagnate da brani musicali) degli abitanti del luogo. In una fase successiva NEONcampobase prevede di attrezzare un container che come una sorta di “casa della memoria” arredata dai ricordi degli abitanti fungerà da osservatorio dinamico mediante il quale si cercherà di costruire una narrazione collettiva di Pianoro. Così “Cuore di Pietra” con le sue storie in divenire dovrebbe abitare per un lungo periodo, in modalità e tempi ancora da definirsi, nel nuovo centro di Pianoro. Tale presenza potrebbe, altresì, rappresentare un punto di riferimento propulsivo per nuove installazioni e interventi d’arte pubblica da parte di artisti sempre differenti. Si tratta quindi di un progetto in fieri il cui successo dipenderà sia dalla concreta collaborazione da parte dell’amministrazione comunale (assessorati all’urbanistica e pianificazione territoriale, all’istruzione e alla cultura) che dalla partecipazione attiva degli abitanti che, dando voce alle “pietre”, contribuiranno a raccontare ciò che non c’è più e porre le fondamenta per una nuova città per i loro figli.

Questa operazione è per NOI particolarmente interessante poiché nel riscoprire l’edificio (non per forza di architettura) come opera dell’uomo, questo diviene, attraverso l’avvicendarsi di chi lo abita, portatore di testimonianze, di storie e vicende che fanno parte dell’identità di un determinato luogo. L’idea di lavorare documentando l’atto del “distruggere” rende questa iniziativa particolarmente “proattiva” sia nei riguardi di un approccio critico ad un’eventuale “ri-costruzione”, sia nei riguardi di riflessioni e approfondimenti su entità come la memoria, l’identificazione e l’identità, tutti argomenti trattati da ARCOMAI nella primavera del 2004 nel convegno che aprì il ciclo di conferenze dal titolo Il progetto per la città e il territorio tra conservazione e trasformazione. Il ruolo delle comunità locali. Il fatto poi che in Emilia Romagna sia operativa una legge (L.R. n° 16/2202) che tra le diverse indicazioni prevede la pratica della demolizione come uno degli strumenti della politica di sviluppo della regione, rende questa iniziativa ulteriormente attuale. Quindi una proposta coraggiosa che tenta di aggiornare quegli aspetti che legano le persone al loro ambiente attivando un processo in grado di costruire una sorta di “storia collettiva” in modo che i segni e le voci di chi viveva prima in una di quelle “case” possa divenire matrice per la “edificazione” di una “identità del cambiamento” per un luogo, oggi, soggetto a profonde trasformazioni.

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© Mili Romano l La proiezione del video-memoria su uno degli edifici destinati ad essere demoliti nei prossimi giorni.

 


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