Nuova linfa per i musei universitari
Marco Benevelli e Morena Bertolani riprogettano per intero l’area mercantile, stretta tra il parco ferroviario e la via de’ Carracci e che si attesta sulla via Zanardi e vede riaffiorare al suo centro il Navile: l’idea è quella di trasferire e concentrare in un’unica architettura tutti i musei universitari sparsi per la città, immaginando uno spazio espositivo-didattico evocativo delle dimensioni altre della conoscenza, rivolto alla città ma anche ai viaggiatori che attraversano da sempre questa città. [progetto n. 9 del masterplan dell’AV, vedi “EFFETTI INDOTTI DALL’ALTA VELOCITA’ A BOLOGNA: VIA DE’ CARRACCI“].
La nostra area di studio a Bologna ha preso le mosse dalla futura costruzione della stazione dell’ ALTA VELOCITA‘ , che si contrappone fisicamente all’attuale trovandosi a nord della stessa. La A.V. sarà la causa scatenante di una serie di cambiamenti. Noi ci siamo interrogati su quali di questi segneranno per primi la città. Indubbiamente le prime ripercussioni si avranno nelle adiacenze della stazione, e ciò ha portato all’analisi dei “microsistemi“ che si sviluppano lungo la via Carracci: il quartiere Bolognina, l’ex mercato ortofrutticolo, l’area delle concessionarie automobilistiche. L’area degli autosaloni subirà una modifica sostanziale dovuta allo spostamento della zona scalo merci ferroviario e conseguentemente si dovranno trovare nuove funzioni per la riqualificazione dell’area Nord, naturalmente da ricercare tra le esigenze di Bologna.
© Benevelli, Bertolani l Fotopiano dell’area di intervento.
L’ AREA ha una superficie totale di circa 40000 mq, una lunghezza di 500 m per una profondità variabile che raggiunge i 90 m nel suo punto massimo. I limiti urbani dell’area sono via Carracci, fino all’incrocio con via Zanardi, via Zanardi fino al tracciato ferroviario, e lungo il lato sud la ferrovia, che limita l’area anche ad est. E’ quindi contrassegnata da forti limiti, che non le permettono di confrontarsi con le aree adiacenti, ma anzi la isolano. Allo stato attuale la percezione visiva dell’area non e’ immediata, infatti essa risulta permeabile solo da una direzione, quella perpendicolare a via Carracci. Non esiste un percorso pubblico che passa all’interno dell’area, e non si riesce a vivere come un unico elemento, ma anzi si percepisce come una frammentazione di tanti episodi sparsi quante sono le case automobilistiche qui esposte. Nelle immediate vicinanze della zona di studio sono presenti anche due elementi naturali: il PARCO DEL NAVILE a nord e il tratto del canale che scorre a cielo aperto. Il primo si affaccia solo limitatamente all’area, e sia pur sviluppandosi lungo il tracciato d’acqua, con questo non vi si rapporta mai direttamente. I due elementi rimangono sempre divisi dalla loro differenza di quota, nonché dalla fitta boscaglia degli argini che non facilita la visione diretta. Il parco si sviluppa perpendicolarmente a via Carracci, e ha tutte le potenzialità per diventare l’elemento aggregante di tutte le realtà disomogenee che si sviluppano lungo via Caracci. L’altro elemento naturale, il NAVILE , è la testimonianza storica dell’opera di canalizzazione, voluta per fini commerciali, della città di Bologna. Gran parte della città subì successivamente una “tombazione” volta a ricoprire la maggioranza dei canali. La nostra area e’ interessata da quel tratto di Navile che fuoriesce dalla tombazione e che riaffiora quindi in superficie. Esso diventa uno degli elementi determinanti nella progettazione sia per le sue specifiche caratteristiche, il suo letto ha un’ampiezza di 10 m ed una quota di -7,sia perchè divide l’area in due parti distinte. Attualmente viene percepita morfologicamente come un’unica entità, poichè il canale l’attraversa diagonalmente ed e’ impossibile vederla nella sua totalità. La scarsa permeabilità e la presenza di elementi urbani e naturali fortemente limitanti fanno di questo luogo, un’area isolata.
© Benevelli, Bertolani l Analisi dell’attuale sistema museale universitario.
Bologna è una città ricca di MUSEI di ogni genere e tipo. Visitandoli siamo rimasti stupiti e delusi dall’attuale situazione dei musei universitari, lasciati all’abbandono, sempre chiusi e praticamente inaccessibili. Pur ubicati tutti nell’area universitaria non esiste fra di loro nessun elemento di connessione spaziale ed espositiva. L‘unico elemento che li accomuna è un ridottissimo orario di visita e l’inadeguatezza dei locali. E’ nata cosi l’idea di sfruttare la nostra area come il luogo per ridare nuova linfa al sistema museale dell’ateneo bolognese. Abbiamo dato inizio alla fase di ricerca indispensabile per affrontare il progetto, procedendo ad un’ ANALISI quantitativa dei musei attualmente presenti, attraverso l’osservazione diretta dei musei in città ed il reperimento di informazioni da internet e da libri. L’osservazione diretta è stata determinante per capire oltre ai dati tecnici, le vere esigenze di un museo nel suo dialogo con il cittadino. Da qui la determinazione degli spazi necessari alle tre sezioni in cui intendiamo dividere l’intero complesso: esposizione ricerca e didattica. Per quanto riguarda l’esposizione e la didattica, quantificare le superfici necessarie è stato quasi immediato,non possiamo affermare la stessa cosa per quanto riguarda la sezione ricerca. Dall’analisi quantitativa è emersa l’esigenza di spazi di notevoli dimensioni per contenere particolari collezioni. Abbiamo successivamente analizzato anche le specifiche caratteristiche degli elementi presenti nelle collezioni che intendiamo includere nel polo. I valori ottenuti sono stati successivamente incrementati per poter dar spazio a collezioni future e a dar respiro a quelle attuali. Gli attuali spazi espositivi potrebbero essere utilizzati dall’Ateneo per incrementare le aule didattiche agli studenti o una riconversione a favore dei relativi dipartimenti che potranno avere così spazi più idonei ai giorni nostri. Discorso a parte va fatto per l’attuale orto botanico e la sede della Specola, data la loro importanza sia storica, che cittadina è impensabile un loro ricollocamento. Nel nuovo museo queste esposizioni rappresenteranno solo un ampliamento di quelli attuali. Nascerà un rapporto relazionale e biunivoco tra il nuovo polo museale e i rispettivi dipartimenti universitari.
© Benevelli, Bertolani l Concept funzionale. Concept formale.
Ottenute così le prime specifiche dimensionali del futuro polo museale,e prima di buttarci a capofitto nel progetto, ci siamo soffermati sul CONCEPT di museo. I musei possono contenere quadri, fotografie, aerei, macchine,e tantissime altri elementi significativi di un determinato campo. Ognuno dovrà quindi essere diverso dall’altro,e diventare esso stesso la rappresentazione delle sue opere. Lo sviluppo del rapporto contenuto / contenitore deve per forza procedere contemporaneamente. I due elementi devono dialogare continuamente tra di loro, in ogni gesto si dovrà trovare una corrispondenza biunivoca tra forma e sostanza. Siccome un museo viene progettato per raccontare delle precise opere, sarà il contenuto il primo a iniziare questo dialogo. Se ciò non accadesse, ci troveremmo, “per assurdo”, ad avere degli immensi spazi architettonici con forti valenze attrattive ma poverissime di contenuto o al contrario splendide opere d’arte e culturali, depositate in una stanza.
Nel nostro caso, la situazione attuale dei musei universitari e semplicemente disastrosa: collezioni storiche “parcheggiate” in luoghi inadeguati. Questa assenze di dialogo si percepisce immediatamente, tutto funziona male, ben al di sotto del suo vero potenziale. Gli spazi sono nettamente sottodimensionati alle sue opere. Bologna può vantare in quasi tutti i campi, il maggior numero di collezioni storiche rispetto alle altre università italiane. Il processo di acquisizione di queste, attualmente, è fortemente rallentato dalla mancanza di luoghi per conservarle. Questo si ripercuote sull’organizzazione vera e propria. Si trovano infatti collezioni aperte al pubblico solamente un giorno a settimana o addirittura esclusivamente per appuntamento. Un’altra lacuna dell’attuale sistema museale bolognese è l’isolamento in cui si trovano questi musei. Ognuno sembra sia una realtà a se stante incurante delle ricchezze e dal continuum culturale che si potrebbe creare con un rapporto diretto con gli altri musei. Il nostro primo obbiettivo è stato quello di metterli in dialogo tra di loro per creare così un unico museo in grado di essere vissuto in maniera continua, senza interruzioni, pur conservando la possibilità di una visita settoriale, in base alle proprie esigenze. Il nostro processo di rigenerazione funzione, è iniziato da una composizione logica di una frammentazione degli attuali musei. Per unire si è dovuto FRAMMENTARE.
© Benevelli, Bertolani l Flussi: esposizione, didattica, ricerca, natura.
Ogni museo universitario è formato da tre grandi sottoinsiemi, che sono la RICERCA, la DIDATTICA, e l’ESPOSIZIONE. Ognuna di questi tre è indipendente dall’altro e soprattutto sono rivolti a tre tipi di fruitori diversi. Questi tre percorsi si ritrovano in ogni musei e possono vivere in maniera indipendente l’uno dall’altra, con qualche punto di connessione. La nostra idea funzionale si basa proprio sulla frammentazione in questi tre insiemi e la loro successiva ricomposizione non sarà sulla totalità del museo, ma si faranno tre unioni distinte dalle quali nasceranno tre percorsi indipendenti. Questo permetterà la percezione di un elemento unico, nel quale si ritroverà la stessa scomposizione dei precedenti (didattica, ricerca ed esposizione). I tre percorsi essendo l’unione di vari musei, dovranno avere una loro logicità in modo che si possa vivere l’esperienza culturale in maniera fluida. Consentire un apprendimento progressivo: Mineralogia, Geologia, Paleontologia, Zoologia, Anatomia Umana, Antropologia, Anatomia Comparata, Botanica, Fisica, Astronomia. Il polo museale non è solo momento di cultura ma anche di incontro, svago e per questo prevediamo anche spazi per esposizioni temporanee, sale congressi, e la biblioteca universitaria la cui fruibilità sarà accentuata dalla presenza di una Mediateca, per un impatto più diretto e “moderno” con la cultura. L’idea formale è nata da una ANALISI MORFOLOGICA dell’area messa in contrapposizione con la nostra idea funzionale di museo universitario. Il nostro successivo passo è stato quello di non leggere più il sito come un elemento unico, ma scomporlo (come era gia successo nel concept funzionale) secondo la sua morfologia. Anche qui la scomposizione determina tre parti o zone (lo stesso numero che avevamo trovato nei musei). La prima di forma allungata, si affaccia sul lato della futura stazione dell’alta velocità; la seconda è il canale del Navile con in suoi argini; la terza e un’area trapezoidale fortemente delimitata su tutti i lati.
© Benevelli, Bertolani l Spaccato assonometrico lungo il percorso linfatico.
L’unico elemento significativo dell’area è quello naturale: il Navile. Attualmente poco valorizzato, diventerà un elemento fondamentale di tutto il progetto. Scavare il terreno per raggiungerlo e viverlo alla sua altezza, come si faceva in passato, sarà uno dei nostri obbiettivi. questo luogo diventerà il sito ideale dove creare il nuovo orto botanico, dando cosi un continuo espositivo interno-esterno-interno. Data questa divisione morfologica, abbiamo iniziato a cercare una forma che ci potesse consentire un collegamento tra la prima e la terza zona, lasciando nella seconda spazio al verde, al Navile e alla natura. Sono passate davanti ai nostri occhi molte immagini di unioni e le sole che potessero creare un flusso continuo erano immagini di natura. La linfa scorre e viene assorbita dalle radici, per passare al tronco, ai rami, alla foglia. La NATURA comanda e genera il nostro progetto. La didattica, l’esposizione e la ricerca diventano tre percorsi linfatici che si trasformano in forme naturali, e che scorrono longitudinalmente nella nostra area. NUOVA LINFA per i musei universitari, che avranno finalmente una sede adeguata alle loro esigenze e alla loro storia. Nuova linfa per tutta l’università, che inizierà ad educare attraverso dei percorsi didattici gli studenti del futuro, e che darà a quelli attuali un elemento di apprendimento più rapido attraverso l’osservazione diretta. Nuova linfa alla città di Bologna che attraverso il museo continuerà il processo di riqualificazione dell’area Nord,iniziato con la stazione dell’alta velocità ed è continuato con il progetto del nuovo municipio. L’immagine nata, sia dalla forma dell’area sia da questo susseguirsi di metafore fra natura e funzione, è quella di una foglia unita ad un tronco. La foglia oltrepasserà il Navile, lasciando lo spazio per l’orto botanico, per poi appoggiarsi su di un tronco.
Studiata l’evoluzione formale e la forma del contenitore, l’intento è quello di operare un rinnovamento rispetto ai tradizionali criteri espositivi: l’originalità del nostro organismo museale non dipende tanto dalla molteplicità delle sue parti quanto dal grado della loro interdipendenza e, insieme, della loro autonomia. Il ruolo che il museo vuole assolvere è duplice: catalogare le rarità ed esporle al pubblico, promuovere l’avanzamento culturale naturalistico e scientifico in tutti i suoi settori. Un organismo di ricerca scientifica si configura come un sistema di laboratori e un archivio di dati che devono essere perennemente aggiornati e agilmente consultabili anche attraverso nuovi mezzi di elaborazione e di informazione. Il complesso svolge due ulteriori funzioni: quello di supporto alla ricerca sia universitaria che scolastica, che quello di diffusione al pubblico. La configurazione dell’area ha suggerito la divisione del complesso in due parti, una di storia naturale l’altra scientifica, l’elemento di unione è l’orto botanico, che sfrutta la presenza del canale Navile.
La parte di storia naturale, la FOGLIA, darà l’avvio al percorso, e ciò è determinato anche alla presenza della stazione dell’alta velocità la quale fa supporre che l’affluenza di pubblico sarà maggiore da quella direzione. Il polo può essere vissuto in più modi: c’è la possibilità di partecipare al viaggio nella storia naturale per poi proseguire con quello nella scienza, oppure entrambi possono essere vissuti in maniera indipendente, e per finire all’interno di ciascuno si possono effettuare esperienze formative isolate. Il percorso può seguire la logica da noi suggerita di affrontare il mondo naturale per poi meravigliarsi di fronte a quello scientifico, oppure essere tortuoso per potersi perdere nel modo più libero possibile nella cultura. E’ proprio la libertà di rapportarsi con il mondo della cultura che vogliamo mettere in evidenza, trattiamo di un polo museale universitario ma in realtà l’utenza a cui intendiamo rivolgerci è più ampia di quella studentesca. Anche la disposizione delle tre hall rivela le nostre intenzioni, può consentire la possibilità di accesso a qualsiasi parte del progetto come se ciascuna fosse autonoma. La prima, all’inizio della “foglia”, che introduce alle sezioni di esposizione, ricerca, e didattica è il punto di partenza del percorso logico e da questa si accede indipendentemente a tutte e tre. La seconda hall, a livello dell’orto botanico a quota -5 m, indirizza i visitatori verso le aree di mostre temporanee, Fisica ed Astronomia. La terza, in corrispondenza del taglio sul TRONCO a nord, porta alla biblioteca, al planetario, alla mediateca, a uffici e depositi librari. Il visitatore potrà immergersi nell’ esperienza culturale offerta estraniandosi dal contesto cittadino perché il polo tende ad esaudire i desideri di colui che ha fame di sapere, ma anche di colui che vuole solamente fare luce su una curiosità, vedere un film, prendere un caffè in compagnia, trovare il libro da regalare all’amico o semplicemente e comodamente,rilassarsi.
© Benevelli, Bertolani l Visioni.
L‘effetto che avrà questo polo museale sul contesto è sicuramente molto forte e sorgendo in un immenso vuoto urbano circondato dal parco ferroviario permetterà di dare una nuova immagine a Bologna. Tutti i passeggeri dei treni, in sosta e in transito verranno colpiti e attratti da questa nuova presenza. L’edificio fungerà da mezzo pubblicitario per la riqualificazione della città. Gli edifici delle ferrovie e le varie attività lungo via Carracci beneficeranno della nuova vitalità di quest’area, i limiti con il Parco del Navile non verranno penalizzati, ma anzi valorizzati dalla presenza di nuove funzioni sull’argine del canale. Il progetto prevede molte zone di spazio comune. Queste permettono anche un suo inserimento urbano di carattere sociale. E’ previsto l’utilizzo dell’ ORTO BOTANICO come parco pubblico, questo è unito al parco del Navile da un percorso a livello del fiume, consentendo un collegamento con l’unica parte di contesto non destinata a sparire, ma tutt’al più ad aumentare e cambiare obbiettivo sociale: da semplice parco isolato vissuto come un’oasi verde, ad elemento aggregante di tutta l’area Nord di Bologna.
Inoltre è previsto un PERCORSO BOTANICO, pedonale, sopra la nervatura della foglia. Da qui si potrà osservare lo stupendo panorama dei colli bolognesi e osservare Bologna dall’alto con il profilo delle sue torri. Sopra la foglia, e accessibili a tutti dal percorso sulla nervatura, sono previste delle “gocce” di vetro dove all’interno sono posti: nella prima la serra tropicale, nella seconda un bar-ristorante e infine nella terza un book-shop. Queste attività sono tutte accessibili anche dall’interno del museo. Il percorso è accessibile attraverso una scalinata, posta in testata alla foglia, o da una serie di ascensori panoramici collocati nell’orto botanico. Al piano stradale si hanno una serie di percorsi che indirizzano il visitatore alle 3 hall. Una piazza inclinata e coperta dalla foglia accompagna con una pendenza dell’ 8% il visitatore alla Hall principale, quella della foglia. Questa piazza è stata studiata per essere vissuta 24 ore su 24 attraverso spettacoli, artisti di strada, per rilassarsi, per leggere un libro, il tutto accompagnano dal suono dell’acqua che scorre dalla goccia a terra. Dalla piazza inclinata posta sul lato est dell’area, verso la futura stazione dell’alta velocità, si accede alla prima hall d’ingresso. Da qui partono i tre percorsi linfatici posti a quote differenti.
© Benevelli, Bertolani l Vista lungo via Carracci.
I 3 percorsi linfatici saranno lineari: quello Didattico, si svilupperà all’interno della foglia e seguendo il flusso dello nervatura entrerà nel tronco e si completerà con una gemma pronta a germogliare IL PLANETARIO; quello espositivo, troverà riparo sotto la foglia, per poi entrare all’interno del tronco passando per una cavità laterale; quello didattico sotto terra, il vero nutrimento del museo, dove gli altri due percorsi trovano linfa vitale. Prenderemo così libero spunto dalla natura e dalle sue forme.
© Benevelli, Bertolani l Vista lungo via Zanardi.
Marco Benevelli e Morena Bertolani, si laureano in Architettura presso l’Università degli studi di Firenze, tesi in Progettazione Architettonica dal titolo “BOLOGNA: nuova linfa per i musei universitari”, relatori Prof. Loris Macci e Prof. Claudio Zanirato. Area scelta nell’ambito del Masterplan realizzato nel Laboratorio di sintesi finale in Progettazione Architettonica e Urbana: effetti insediativi indotti, nodo alta velocità città di Bologna, collegio docenti: Prof. A.Baratelli, Prof. L.Macci, Prof. U. Tramonti, Prof. C.Zanirato.