Croosrail: il passante ferroviario che attraversera’ le Olimpiadi 2012
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© crossrail l Tracciato della linea suburbana su ferro di Crossrail. In rosso le tratte in galleria.
È trascorso quasi un decennio dal completamento dell’estensione della Jubilee Line, la più grande opera d’ingegneria civile britannica dopo il completamento del tunnel sotto la Manica, nonché una tra le più significative realizzazioni dell’architettura inglese degli ultimi vent’anni. Da allora Londra è molto cambiata e altre radicali trasformazioni sono attese durante e dopo la realizzazione di Crossrail, un grande piano infrastrutturale che lo stesso primo ministro Gordon Brown ha definito di «enorme importanza, non solo per Londra ma per l’intero paese». Crossrail non fa parte dei cantieri olimpici per Londra 2012 e non è neppure una nuova linea di metropolitana: è invece un ambizioso progetto ferroviario concepito a fine anni ottanta sotto il governo Thatcher, ma che solo nel 2001 ha trovato realizzazione attraverso Cross London Rail Links (CLRL), una joint venture divisa in parti uguali tra Department for Transport (DFT) e Transport for London (TFL), i due enti che gestiscono il trasporto pubblico della capitale.
Il programma, del valore di 16 miliardi di sterline (oltre 20 miliardi di euro), otterrà a luglio il via libera definitivo. I lavori in galleria inizieranno nel 2010. Fattore non trascurabile, i costi di realizzazione saranno coperti per un terzo dal governo mentre i rimanenti due terzi dall’anticipo sui biglietti di viaggio e dalle entrate sulle attività di business.
© crossrail l Sistema meccanicanizzato adottato per la perforazione dei tunnel della rete.
Sul piano economico l’opera si prefigge vari obiettivi: incrementare l’economia del Regno Unito, generare 30.000 nuovi posti di lavoro e rafforzare la posizione di Londra quale snodo finanziario europeo. Sul piano operativo, la nuova linea dovrebbe rendere più efficiente il trasporto ferroviario per e dentro Londra, incrementando l’integrazione con i diversi mezzi di trasporto pubblico, alleggerire la congestione e l’affollamento nelle stazioni esistenti, migliorare infine i collegamenti internazionali della capitale agevolando quelli con il Channel Tunnel Rail Link a Stratford International e con l’aeroporto di Heathrow, futuro ramo strategico della linea, recentemente potenziato con l’apertura del Terminal 5. Di riflesso, l’operazione dovrebbe attivare un processo di rigenerazione nelle aree orientali e sudorientali della conurbazione londinese (Thames Gateway e Lea Valley) con ricadute attese sul mercato immobiliare.
La linea (lunga complessivamente 118,5 km, di cui 21 in galleria) collegherà la City, Canary Wharf, il West End e Heathrow con le aree orientali e occidentali della capitale per un totale di 37 stazioni (38 se quella di Woolwich riceverà il nulla osta definitivo). In corrispondenza del centro i binari correranno in galleria per 16 km, permettendo così un accesso diretto alla metropolitana, alla rete ferroviaria nazionale) e alla Docklands Light Railway.
Ognuna di queste stazioni centrali avrà due ingressi, tramite i quali si avrà accesso alle banchine, situate a una profondità media di 25 m; percorsi di collegamento a quota intermedia garantiranno l’interscambio con le altre linee. Sulla rete dovrebbero viaggiare 24 treni all’ora in entrambi i sensi di marcia, con un carico nelle ore di punta di 160.000 passeggeri e uno annuale di 200 milioni di utenti.
Molti e noti sono gli studi coinvolti nella progettazione delle stazioni, i cui lavori dovrebbero partire nel 2013: Arup, Aedas, Atkins, Mott McDonald, Tony Meadows, John McAslan, solo per citarne alcuni. Riusciranno a sposare novità e sostenibilità (una condizione inedita per un’opera del genere) senza far rimpiangere la bella e sempre giovane Jubilee Line? Appuntamento al 2017, quando si prevede il completamento dell’opera.
© crossrail l Stazione di Paddington, visualizzazione.