Le “case” di OMA prendono in giro le “torri” di Singapore
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© arcomai l The Interlace visto dallo Spring Singapore Building.
Per quasi due anni (giorno dopo giorno) ho visto dalla finestra del mio ufficio crescere ciò che all’epoca battezzai il “Castello Ibrido del Popolo”, una sorta di incrocio genetico tra la sede del Georgian Ministry of Highway Construction di Tibilisi (1975) ed il più noto e recente Linked Hybrid di Steve Hall a Pechino (2009). Mi riferisco a The Interlace – questo il nome del complesso residenziale – prima opera architettonica dello studio OMA a Singapore. Realizzato su un sito di otto ettari a sud-ovest della città in un’area delimitata da Alexandra Road e dalla super-strada Ayer Rajah, incastonata tra le verdeggianti creste del Mount Faber Parks e il Gillman Village con i suoi negozi e ristoranti a buon mercato, L’Intreccio – che solo recentemente si sta popolando di famiglie – si avvia a diventare un elemento distintivo del paesaggio urbano della città in tutta la sua “candida” monumentalità, prima ancora di diventare condominio.
The Interlace. Pianta orientativa e diagramma dei collegamenti verticali.
L’idea compositiva originaria messa a punto dall’esuberante Ole Scheeren insieme ad OMA (Pechino) – del quale l’architetto tedesco non e’ più partner, avendo aperto nel 20011 il proprio omonimo Büro con sedi a Pechino ed Hong Kong – e’ stata sviluppata insieme allo studio locale RSP Architects Planners & Engineers (Pte) Ltd, che ha curato anche la parte strutturale insieme agli ingegneri di Squire Mech ed Arup (Pechino). Il disegno del verde e’ ad opera dei paesaggisti ICN Design International Pte Ltd, mentre la realizzazione del complesso e’ sta gestita dall’immobiliarista CapitaLand insieme alla società Hotel Properties Limited.
© arcomai l The Interlace.
In questo progetto OMA introduce a Singapore una nuova tipologia residenziale (il groundscraper) spezzettando il volume commerciale, frutto di un’ingente operazione immobiliarista, in 31 blocchi di appartamenti per poi accatastarli uno sull’altro secondo una trama a “nido d’api”. Il risultato ottenuto e’ un “villaggio verticale” articolato attorno ad otto cortili attrezzati e giardini pensili. Un sistema compositivo, quello qui adottato, tanto innovativo quanto banale che richiama alla memoria il noto gioco da tavolo jenga, i cui partecipanti, dopo aver sistemato una cinquantina di blocchetti di legno a formare una torre, sottraggono a turno un elemento a loro scelta dalla costruzione e lo posizionano sulla sommità della stessa. Durante il gioco, la torre diventa sempre più instabile, così quando uno dei giocatori sottrae il pezzo che la fa collassare, questo giocatore ha perso. Il vincitore del gioco è colui che ha giocato prima del perdente.
© arcomai l The Interlace.
Con The Interlace, Ole Scheeren ha vinto la sfida (non facile) di aggiornare il paesaggio edilizio di Singapore. Lo ha fatto in modo “spregiudicato” – rompendo con la “tipologia di default” con la quale da decenni vengono qui costruiti gli edifici residenziali multiplano, sviluppati secondo la logica di isolati e torri di appartamenti verticali – e con un pizzico di “magia” – annullando visivamente la verticalità di un complesso senza invalidarne l’altezza fisica effettiva.
© arcomai l The Interlace.
Il procedimento compositivo a “stacked houses” non e’ nuovo nelle costruzioni contemporanee, lo abbiamo già visto applicato con successo nelle recenti opere di Herzog & de Meuron (la sede Actelion e la Vitra Haus) che hanno, in qualche modo, definito i parametri di quella che possiamo definire (a livello discorsivo) come “architettura surrealista”. Ma il fattore più interessante di questo complesso e’ che ricorda (per la griglia esagonale di piano) un precedente olandese, il leggendario quartiere Bijlmermeer alla periferia nord-occidentale di Amsterdam. Questo riferimento “monumentale” non sembra essere sfuggito a chi ha disegnato il condominio in oggetto, tanto che possiamo riconoscere in esso anche l’impronta “intellettuale” del fondatore di OMA. Con L”intreccio la tradizione (europea) in materia di edilizia sembra tornata a Singapore dopo essere stata qui riprodotta in prima istanza e poi (negli ultimi tre decenni) epurata da gran parte di quegli elementi estetici e politici che in Europa ne hanno determinato il fallimento. Di fronte a questa fabbrica sembra di vedere un intervento di edilizia economica da boom edilizio del dopoguerra, trasformato ironicamente in un castello di casette da 1 milione di dollari ciascuna: in questa parte del Mondo, i ricchi sono perfettamente preparati a vivere in blocchi ad alta densità, quando questi sono in grado di garantire un discreto livello di lusso.
© arcomai l The Interlace.
Il mega-condominio con i suoi 170.000mq di superficie commerciale e’ composto da 1040 unità per un’altezza complessiva di 24 piani. Le unità – assemblate per “ponti abitati” tutti della stessa lunghezza e sviluppo (sei piani) – hanno due tagli commerciali: appartamenti fino a quattro camere ed attici. Le unità giardino (duplex) si sviluppano invece su tre piani. Gli alloggi variano da 75 mq per un appartamento con due camere da letto a 586 metri quadrati per un attico con giardino privato. La griglia esagonale, sulla quale e’ impostato l’impianto, permette di ottenere visuali e panorami aperti anche con una struttura di tale densità. Ciascuno degli otto cortili hanno una propria identità paesaggistica, cosi’ da creare punti focali utili a facilitarne l’orientamento. Infatti per chi visita il complesso la prima vola, si viene sopraffatti da un senso di straniamento a causa dell’articolato criterio di orientamento dei blocchi. Ciò giustifica l’accezione “surreale” sopra associata a questo tipo di architetture.
© arcomai l The Interlace viste interne delle unita’ duplex
La circolazione pedonale interna e’ organizzata secondo una rete di percorsi che portano agli ingressi delle singole torri. I blocchi scale/ascensori si trovano in corrispondenza dei punti di appoggio dei “ponti abitati”. Gli spazi pubblici all’aperto comprendono oltre ai giardini anche un laghetto di loto, una cascata, un teatro all’aperto, un’oasi rocciosa e una piscina olimpionica. Sale studio e ricreative localizzate a centro del sito completano i servizi a deposizioni dei condomini. Una pista pedonale continua, che corre lungo il perimetro esterno del sito, fornisce una tracciato di 1km di lunghezza per il jogging. La progettazione del fabbricato ha tenuto in considerazione le condizioni miro-climatiche del luogo (sole e vento) adottando un sistema integrato di impianti a basso impatto energetico.
© arcomai l The Interlace.