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Archi-Fiction per il Day-After dell’EXPO 2015

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© arcomai I I padiglioni di Russia ed Estonia visti dal Decumano.

E’ di oggi la notizia rimbalzata su tutti i media del mondo dell’avvenuto scambio di prigionieri (stile Check Point Charlie di Berlino all’epoca della Guerra Fredda) tra la Russia e l’Estonia. Tutto è avvenuto sabato scorso su un ponte del fiume Piusa, al confine tra Russia ed Estonia. Questa news mi ha fatto un po’ sorridere perché ho subito pensato ai padiglioni espositivi dei due paesi all’Expo di Milano. Infatti i due edifici hanno in una certa somiglianza specialmente nell’ingresso “a visiera” (tetto in aggetto) che caratterizza entrambi. Forse i personaggi, protagonisti della vicenda di spionaggio, hanno raccolto e passato ai rispettivi governi informazioni scottanti (anche) di design, con il risultato dell’imbarazzante affinità estetiche. Scusatemi l’eccesso di fantasia, ma visto che da quando la fiera e’ stata inaugurata si sono alternati (in occasione delle cerimonie di inaugurazione) molti capi di stato e di governi dei paesi espositori, non credo che sia tanto lontano il fatto che queste personalità abbiano colto l’occasione di discutere (nelle ore trascorse a Milano) questioni non solo pertinenti a “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, tema proposto della fiera. E magari i dettagli della vicenda sopra riportata sono stati definiti in un angolo del centro Slow Food di Herzog & De Meuron, l’ultima struttura quasi nascosta in fondo al Decumano.

A poche settimane dalla chiusura della EXPO, l’opinione pubblica sembra divisa sul destino delle sue infrastrutture dopo la fine della chermes: riutilizzare alcuni edifici (come il Padiglione Italia) e re-inserire nel mondo del lavoro migliaia di giovani facenti parte dello staff organizzativo. Francamente non sono aggiornato sulle proposte alternative a quella che vede la dismissione totale o parziale del sito, e la cosa non mi interessa più di tanto: le esposizioni universali (da quella di Londra del 1851 ad oggi) sono pensate per essere temporanee, semplicemente perché sono luoghi del commercio e dell’intrattenimento. A volte queste danno vita a cittadelle spettacolari composte da architetture effimere, i cui eccessi sono ben tradotti nelle opere ivi erette.

La Expo di Milano e’ una grande opera scenografica e come tale si presterebbe ad un uso spettacolare nei mesi successivi alla sua chiusura. Potrebbe benissimo diventare un set cinematografico in cui ambientare una spy-story con James Bond che salta da un tetto all’altro, portandosi con se’ un microchip con informazioni utili a salvare il mondo da una catastrofe nucleare. Vedo nel futuro della EXPO un colossal (stile Cine-Città del primo dopoguerra) in cui impiegare migliaia di figuranti “sfollasti”, nel senso che finalmente si sono liberati dalla folla di miglia di persone che per sei mesi si sono abbuffati e sporcano. Sono convinto che questa location sarebbe da Notte degli Oscar. Forse continuo a vaneggiare, ma vero e’ – come molti altri visitatori avranno notato – che il passaporto EXPO, un libretto venduto dagli organizzatori in modo da collezionare i timbri di tutti i padiglioni, viene venduto sottobanco da loschi figuri già completo al doppio del prezzo originale. Ogni storia inventata ha sempre un fondo di verità.

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© arcomai I Ingresso del padiglione della Russia.


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