Art Connector, il walkway di Singapore voluto per unire un popolo al suo 50mo compleanno
in ARCHITETTURA | architecture
© arcomai I Art Connector.
Singapore ha commemorato lo scorso agosto il primo 50mo anniversario d’indipendenza dalla Malesia. Nel vasto programma di eventi per la celebrazione de questo straordinario “compleanno” la National Gallery ha curato la realizzazione dello Art Connector, una percorso coperto da una pensilina (inaugurata lo scorso novembre) che collega la stazione metropolitana di City Hall (lungo North Bridge Road e Coleman Street) all’entrata della Galleria da poco inaugurata. Il progetto di arredo urbano prende ispirazione dalle diverse espressioni creative della società locale ed in particolare dal concetto di GROUND, inteso sia come fondazione geologica su cui sorge la città-stato asiatica che come “fondamento” dei valori sociali e culturali di cui i Singaporiani sono orgogliosi di rappresentare.
© FARM Architects I Art Connector. 1. Stazione metropolitana di City Hall, 2.Saint Andrew Cathedral, 3. National Art Gallery, 4. GROUND, The Art Connector, 5. Fermata dell’autobus.
La direzione della National Gallery ha commissionato al Creative Team, coadiuvato dallo studio locale di progettazione FARM Architects, l’incarico di disegnare la walkway di 290m di lunghezza. L’idea progettuale e’ caratterizzata dal pattern intricato della pavimentazione fatto da diversi materiali già usati nel paesaggio costruito della città come: il cemento, il granito, la quarzite, il marmo, l’argilla, l’acciaio ossidato, il calcare, la sabbia ed il mattone. Il rivestimento della superficie inferiore della pensilina ricorda (per noi addetti ai lavori) il Serpentine Pavillion di Londra del 2009 ad opera di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa dello studio giapponese SANAA. Mentre in questo padiglione (temporale) entrambi le superficie della sottilissima copertura erano rivestiti in acciaio riflettente, dando al visitatore un senso di leggerezza e straniamento, nella pensilina di Singapore solo l’intradosso della copertura e’ specchiante e la struttura (soletta-colonne) e’ senza alcun dubbio più pesante dell’illustre precedente londinese. Nonostante ciò l’effetto riflettente risulta piuttosto dinamico grazie alla policromia del disegno della pavimentazione e dagli elementi proiettati sul soffitto dalle strade e del parco adiacente. Inoltre, sul piano simbolico, lo sguardo verso l’alto volerti far vedere – da un altro punto di vista insolito – su dove cammini per farti poi riflettere da dove vieni e dove stai andando.
© arcomai I Art Connector.
La messaggio di “diversità” – ed in certi versi di “unicità” – della popolazione nel senso di co-abitazione civile tra razze, lingue e religioni diverse – di cui la società singaporiana ne va fiera – e’ stato tradotto, attraverso questo progetto di arredo urbano, in sentimento di unita’, senso di appartenenza ed orgoglio nazionale, grazie anche al programma Portraits of the People che si e’ tenuto da Novembre 2014 al Maggio 2015. L’iniziativa, sempre coordinata dalla National Gallery secondo il motto “Bringing Singaporeans together through art”, ha portato alla “collezione” – mediante una cabina itinerante che ha raccolto in 50 tappe/luoghi dell’isola circa 20.000 autoritratti – di testimonianze e riflessioni personali degli abitanti. Come una sorta di censimento di “fattori umani”, questi disegni poi riprodotti lungo lo “Art Connector”, documentano diversi percorsi di vita all’interno, pero’, di un comune cammino comunitario. In un’epoca in cui l’arte pubblica sembra volta a cercare (in modo spesso facile) lo scandalo, la provocazione, la rottura, questa operazione – nella sua semplicità – mette a nudo la natura naif dell’arte come strumento di coesione e “facilitatone” di senso civico.
© arcomai I Art Connector.