Che strada ha preso l’urbanistica in Italia

“Cristo si è fermato ad Eboli” e gli urbanisti italiani al ’42. L’INU, Istituto Nazionale di Urbanistica, oggi cosa fa con chi sta, dove va? Questa è solo una domanda. L’INU si è perso nella perequazione, ed alla stregua degli intellettuali di sinistra soffrono in silenzio di collateralismo, sono “embedded” come afferma Erri De Luca (Corriere della Sera 4 gennaio 2006) ed a parte una sedentaria protesta contro la Legge Lupi* che asseconda i bisogni del mercato delle costruzioni, non ha idee significative. Il riformismo sociale dell’urbanistica degli anni ’60 e ’70 ha fatto dimenticare a molti pianificatori oggi le origini dell’ideologia borghese del piano. Questa dimenticanza rende difficile a molti oggi capire la reale portata della crisi generale degli strumenti di pianificazione.

Il periodo del riformismo sociale in urbanistica, ha avuto vita breve così come ha avuto vita breve il tentativo di piegare l’ideologia borghese del piano ai principi della redistribuzione delle risorse e della giustizia sociale, e di produrre una pianificazione per le città che desse “ascolto alla voce e ai bisogni della gente”. Nella realtà è poi successo, come afferma Friedmann “che il potere economico era assai forte e i pianificatori raramente ottenevano più di quanto gli interessi privati intendevano realmente accettare.”.(John Friedmann “Pianificazione e Dominio Pubblico l Dalla conoscenza all’azione”,  Edizioni Dedalo 1993). L’urbanistica contrattata ha dunque profonde radici.

Il mercato oggi disattende qualunque tentativo di controllo da parte degli stati e questi ultimi dopo timidi tentativi di difesa del proprio compito di governo del territorio, si adeguano alla deregulation e fanno a meno dell’urbanistica e degli urbanisti. “Oggigiorno il governo non poggia più in primo luogo sul coinvolgimento e l’intervento diretto – sulle capacità dei governanti di controllare strettamente ogni mossa dei governati e costringerli all’ubbidienza -, bensì su un nuovo, meno problematico e meno costoso (richiedendo pochissima manutenzione) fondamento: l’incertezza dei governati sulla successiva (eventuale) mossa dei governanti.” (Zygmunt Bauman “Voglia di comunità”, Editori Laterza 2001).

In questa disperata situazione l’urbanistica cerca di esistere offrendo, più o meno intenzionalmente, una sponda al mercato: marketing urbano, urbanistica contrattata, urbanistica negoziata, urbanistica concertata. In questa realtà disarmante e di noia generalizzata TUTTI hanno “devotamente” assistito all’attuale crisi della pianificazione delle città e dei territori “senza impegnarsi seriamente in progetti alternativi. (John Friedmann “Pianificazione e Dominio Pubblico l Dalla conoscenza all’azione”, Edizioni Dedalo 1993).

* Testo di Riforma del governo del Territorio fortunatamente non ancora approvata dalla Camera dei Deputati. Nella legge si sostituiscono gli “atti autoritativi”, e cioè la normale attività pubblica di pianificazione, con gli  “atti negoziali con i soggetti interessati”.

Carmela Riccardi. Nata in Italia nel 1961, si è laureata presso la l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 1987. Diventa titolare a Bari nel 1991 di una borsa di studio biennale del C.N.R da titolo: “Analisi degli scenari e sistemi di supporto alla decisione per una valutazione qualitativa degli strumenti di Pianificazione”. E’ cultore della materia presso la cattedra di Teoria della Urbanistica nell’Anno Accademico 1992/1994 presso Istituto Universitario di Architettura di Bari. Si trasferisce a Bologna nel 1995 e negli anni 1996 /1998 collabora con l’Amministrazione Provinciale di Bologna per la redazione del secondo rapporto dello Schema Direttore Territoriale Metropolitano e delle linee preliminari alla elaborazione del Piano Territoriale di Coordinamento. Il recente Progetto “Un Quartiere per amico” presso il Comune di Pianoro (BO) propone un modo nuovo di costruire dal “basso” progetti significativi per i territori e le popolazioni urbane, coinvolgendo gli attori della scena urbana a partire dalle prime fasi di costruzione degli stessi progetti.


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