Le lanterne dentro le case di Singapore
Come risposta al tema della 15ma Mostra Internazionale di Architettura, “Reporting from the front”, Singapore torna a Venezia dopo sei anni di assenza con un’installazione dal titolo “Space to image, Room for everyone” finalizzata a far riflettere sulle piccole “battaglie” che si combattono sul fronte interno. La mostra e’ divisa in tre sezioni: People and their home, People working the land, People engaging the city, a conferma che al centro delle attività del governo locale vi sia il benessere e proliferare della popolazione della città stato asiatica. Non a caso, il Presidente di Singapore, il Sig. Tony Tan, ha presenziato la celebrazione d’apertura del padiglione.
© Don Wong I Presidente Tony Tan inaugura la mostra “Space to image, Room for everyone”.
La prima sezione, che occupa gran parte della sala espositiva, copre due installazioni. “HDB:Homes of Singapore”, ideata da Keyakismos e Tomohisa Miyauchi, e’ composta da 84 blocchi di vetro illuminati a loro interno che – come lanterne – sono scendono dal soffitto ad altezza d’uomo, creando un effetto piuttosto suggestivo. All’interno di ognuno di questi elementi si trova un modello in miniatura di un blocco di edilizia pubblica HBD (Housing Development Borad), mentre sulle quattro facce trasparenti sono sistemate viste d’interni di quell’edificio. Questo materiale costituisce un “viaggio fotografico” condotto dai curatori in un periodo di tre anni finalizzato a ritrarre la diversità, la cultura, l’individualità, la creatività e i colori all’interno di questi condomini i cui vive l’85% della popolazione. In fondo alla stanza uno schermo proietta “03-Flats”, un film-saggio, girato da Lei Yuan Bin e Lilian Chee, che racconta la vita di tre donne all’interno dei rispettivi flats, unita’ abitative fortemente personalizzati ed in contrasto con la standardizzazione dei blocchi residenziali.
Pianta dell’‘installazione “Space to image, Room for everyone”.
La seconda sezione si sviluppa lungo la parete di sinistra dello spazio espositivo con tre installazioni. Il progetto di “Community in Bloom” fa capo ad un movimento nazionale, avviato dal National Park Board (Assessorato all’Ambiente), volto a sostenere l’agricoltura comunitaria all’interno dei complessi residenziali pubblici attaverso attività finalizzate alla conservazione della biodiversità e alla coltivazione del “capitale sociale” necessario per il mantenimento dei legami sociali. Qui viene documentata l’esperienza di un orto-giardino all’interno di uno spazio inutilizzato di 465mq grazie all’impegno di un gruppo di 50 volenterosi riuniti nel Moulmein Goldhill Gardening Club.
© arcomai I L’installazione “Space to image, Room for everyone”.
In “Urban farming” vengono esposte due diverse esperienze: quella dell’associazione di contadini riuniti nel Edible Garden City che con il motto “coltiva il tuo cibo” promuove la coltivazione di orti urbani in spazi metropolitani sottoutilizzati; e quella dell’azienda agricola “Comcrop” che adotta tecnologie finalizzate alla coltivazioni di orti sui tetti degli edifici con l’ambizione di provvedere il 3% del fabbisogno di ortaggi nel paese. La terza installazione e’ “Rootedness & Resilience” di Gound-Up Initiavive, un’organizzazione non-profit dedita alla realizzazione del primo campus a bassa emissione di anidride carbonica secondo il programma “Balek Kampung” (Ritorno al villaggio).
© arcomai I L’installazione “Space to image, Room for everyone”.
La terza sezione espone tre installazioni. “Rail Corridor Project” – curato dalle associazioni Friends of the Rail Corridor, Nature Society (Singapore) e Singapore Heritage Society insieme allo Urban Redevelopment Authority (URA) – parla del corridoio ferroviario di 26km che per un secolo collegava Johor Baru (Malesia) con Singapore. Dal 2011 questo tratto e’ stato dismesso e successivamente ceduto a Singapore. Il governo ha in mente di trovare uno o più utilizzi per questa lingua striscia di terra. Una presentazione video da voce alle diverse proposte ed aspirazioni delle comunità attraversate dai binari, mentre un modello topografico realizzatrice dagli studenti di Architettura della National University racconta documenta questa “traccia storica” di Singapore.
© arcomai I L’installazione “Space to image, Room for everyone”.
“Our Favourite Place” e’ un’iniziativa curata dalla URA volta a celebrare e animare gli spazi pubblici a volte abbandonati o culturalmente “sterili” organizzando eventi con il coinvolgimento della popolazione, qui documentati in video ed immagini. “Empowering Design” raccoglie i progetti curarti da P!D, un’organizzazione non-profit impegnata nella promozione di progettazione partecipata mediante l’interessamento dei cittadini, consentendo loro di plasmare gli ambienti della loro quotidianità. Questa installazione e’ composta da video e una bacheca di post-it che raccogli i messaggi dei volontari durante le loro attività di coinvolgimento.
© arcomai I L’installazione “Space to image, Room for everyone”.
A vent’anni dal noto film “12 Storyes” di Eric Khoo (1997) – da noi recensito in “My Block is the Cleanest” – che celebrava in modo negativo l’alienazione della vita domestica all’interno dei blocchi residenziali HDB, Singapore vuole mostrare in questa mostra come i sacrifici pagati dall’allora società nella quotidiana “battaglia” per una società nuova pensata dall’alto, sono oggi stati ripagati con un elevato ed invidiabile standard di vita, di civismo ed efficienza civile. La partecipazione della popolazione singaporiana ha smesso di lamentarsi, si e’ rimboccata le maniche e pensa dove può a migliorare quelle piccole cose che non sono ancora “perfette” – perché “ora, ci si sente a casa”.
© arcomai I L’installazione “Space to image, Room for everyone”.