Immobiliare.gaza: vendesi “case distrutte” da ristrutturare
© Taysir Batniji I GH0809.
Gaza non è solo una striscia di terra militarizzata e sotto continuo attacco militare, è prima di tutto un insieme di villaggi di cui Gaza è il più grande, dove c’erano case abitate da persone, desideri, affetti, ambizioni e speranze. L’artista palestinese Taysir Batniji aveva documentato nel 2011 (alla 54ma Biennale d’Arte di Venezia) quella condizione territoriale ed umana, partecipando ad una mostra collettiva di 22 artisti provenienti da diversi paesi dal promettente titolo: The Future of a Promise: Contemporary Art from the Arab World.
Il suo lavoro, intitolato GH0809 (Gaza Houses 2008-2009), documenta gli effetti distruttivi a Gaza dopo l’operazione militare israeliana, nota come “Piombo fuso”. La missione duro’ tre settimane (a cavallo del dicembre 2008 e gennaio 2009), e provoco’ la morte di oltre 1.300 palestinesi – dei quali il 65% erano civili – e 5.450 feriti. L”effetto sull’ambiente costruito fu la riduzione in macerie di infrastrutture ed abitazioni. Impossibilitato a tornare a casa a causa del blocco in atto dal giugno 2006, Taysir chiese al giornalista Sami al Ajrami di fotografare, seguendo sue precise indicazioni, le case danneggiate dai bombardamenti israeliani.
© Taysir Batniji I GH0809.
Successivamente, l’artista seleziono’ venti fotografie impaginandole in forma di annunci immobiliari. Sotto ogni edificio pose un una descrizione dettagliata dell’immobile (superficie, numero di stanze, orientamento, numero di occupanti). Quel che pero’ si vede sono case o ville violentate dai missili o completamente accartocciate su se’ stesse. Un ossimoro di illustrazioni interrogative tra cosa c’era e cosa e’ rimasto; una dissonanza tra cosa si crede di vedere e cosa ci viene detto; un conflitto di scatti laconici finalizzato a far immaginare come fossero le abitazioni prima della loro distruzione, ed innescare un processo di riflessione attraverso una lettura alternativa, distanziata e soggettiva di ciò che l’informazione vuole farci credere attraverso le immagini delle news.
Un approccio coraggioso ed indubbiamente provocatorio. Un modo di trattare la questione israelo-palestinese, non utilizzando l’immediatezza cinica dello “scatto di guerra” – di cui siamo oramai assuefatti ed anestetizzati –, ma provando a far sentire il “silenzio” della fotografia, facendo meditare sulla terribile condizione umana – prima ancora che politica – in quell’area del Mediterraneo. Le abitazioni private non sono più luoghi sicuri dove rifugiarsi nel quotidiano, Le case di GH0809 sono bersagli di guerra. Taysir ha messo in mostra la distruzione, o meglio l’ha messa in vendita. Pero’ non ne ha fissato un prezzo, perché l’evocazione di ricordi di vita ed affetti non sono monetizzabili. A quindici anni dall’operazione “Piombo fuso”, la serie GH0809 rimane ancora un parametro di riflessione sul concetto di casa come “luogo di pace”, anche se oggi non e’ rimasto molto da ristrutturare.
© Taysir Batniji I GH0809.